Piovigginando sale

Piovigginando sale consiste in una fontana che si autoalimenta attraverso l’utilizzo di un deumidificatore ambientale. Con quest’opera David Casini riprende l’indagine sull’acqua già presente in altri suoi lavori precedenti come Planète Blue (2005) e Come quando fuori piove (2012). In questo caso però l’acqua, derivante dall’umidità già presente nell’aria, ha un legame diretto con la situazione contingente, in particolare con il volume dello spazio dove è collocata l’opera, con il pubblico presente e con la temperatura atmosferica. Il funzionamento della fontana è molto semplice: una pompa manda in ciclo continuo l’acqua che il deumidificatore trae dall’etere, e si arresta quando nell’atmosfera non è più presente umidità. I vetrini, simili a quelli dei laboratori di analisi, le giunture in ottone e i tubi in gomma colorata creano un segno pittorico tridimensionale, mentre l’imbuto è stato realizzato con una spugna marina. L’uso dell’elemento organico, tipico dell’artista, in questo caso stravolge la funzione dell’oggetto, in quanto la spugna – di per sé assorbente – è stata resa completamente idro-repellente grazie all’uso della resina, in particolare nel punto in cui scorre l’acqua. La struttura dell’opera, così verticale ed esile, rimanda immediatamente all’idea di fragilità e di equilibrio. Piovigginando sale è anche il secondo verso della poesia San Martino di Giosuè Carducci, parte della raccolta Rime Nuove che raccoglie le liriche scritte dal 1861 al 1887.

 

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Piovigginando sale, 2018, brass, latex and glass tubes, water pump, sea sponge, dehumidifier, h102x50x60cm.

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Piovigginando sale, 2018 + Silente e sinuosa, 2010, group show, New Babylon, 2015, Galerie Escougnou-Cetraro, Paris.

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